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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 5: VALDISOTTO – LAGO DI GARDA

Nel campeggio di questa notte, le piazzole sono state create in piccole terrazze scavate nella collina. per accedere ad esse devi percorrere una ripida salita col prato al centro e delle piastrelle laterali per permettere alle auto e caravan di avere attrito. Il problema è che anche queste erano viscide poiché bagnate…. Si scivolava! Avevo timore di cadere con Lara. Ho deciso di scaricare tutti i bauletti al fine di renderla più leggera. Come previsto, appena imbocco la discesa la Multi si intraversa, faccio in tempo ad appoggiare il piede e riesco a tirarla su! Che spavento! Spero che la giornata prenda una buona “piega”! Non perdo tempo e corro a scoprirlo col ‪#‎passodelgavia‬. L’inizio del passo è a pochi km da dove ho “tendeggiato”. non appena inizio la salita mi sembra di stare in Finlandia. gli abeti altissimi, non riesci a vedere il cielo e una musica di curve che sveglia tutti i sensi. Lara stamattina è più frizzante del solito, ma l’andatura è media e costante, vogliamo vedere e memorizzare tutto il panorama. Per strada siamo soli, incrocio soltanto un ciclista mattutino come me. Ci salutiamo anche! Arriviamo in cima e tra ruscelli, il ghiaccio a bordo strada e sulle montagne, ci godiamo lo spettacolo! Ci fermiamo spesso per scattare foto. A differenza dello Stelvio, sul Gavia una volta arrivati in cima, la strada continua senza scendere a valle. l’asfalto non è dei migliori, la strada è molto dissestata, ma non importa, questo è la Futa o il Muraglione, sul Gavia si va lenti e si ammira la bellezza delle maestose montagne rocciose. Arriviamo al rifugio bonetti. Finalmente arriva qualche motociclista. Scatto qualche foto, prendo un caffè e souvenir. Fuori un signore sta smanettando col suo drone, attacco subito bottone: che bel giocatolo!! Mi piacerebbe averne uno, poi questo è uno professionale! Giacomo, cosi si chiama, fiero del suo drone, mi racconta che ama fare riprese di vario genere. con aria dispiaciuta mi dice anche, che qualche giorno fa durante un volo, il drone per cause ancora da accertare,va a battere su dei cavi elettrici e si danneggia.
Sarebbe bello se facessi un video e magari me lo girassi! Potrei inserirlo quando faccio il montaggio dei video del viaggio!
Minkia! neanche due volte se l’è fatto dire!
Il drone spicca il volo! Giacomo, con sigaretta in bocca è concentrato come se stesse pilotando un boeing 747. Sorvola il rifugio e parte della montagna. Mi avvicino a lui e vedo i comandi, gli faccio delle domande come fosse un corso da pilota.
Lui abbassa la levetta e piazza il drone davanti a noi altezza uomo.
Tutto fiero mi dice:”Scattiamoci una foto”! Taaac….!! facciamone un’altra! Taaaac…!! Afferra il drone con la mano e spegne le eliche!
Scarichiamo il video sul mio PC. Per me è venuto bene, Giacomo non è tanto soddisfatto. ci salutiamo! gli invierò la richiesta d’amicizia, magari un giorno ci beccheremo ognuno col suo drone. Inizio la discesa dall’altro versante, la strada è molto stretta e spesso senza protezione sui lati… ti distrai un attimo è sei giù nella valle a fare compagnia agli stambecchi. Ma magari neanche perché loro sono sul ciglio della strada a pascolare, Ma siccome devo fare sempre il guastafeste, mollo due sgasate a limitatore e tutti scappano giù! Con molta calma raggiungo la fine del passo e mi dirigo sul Lago di Garda per scoprire la strada della Forra, attraversando altri passi Tonale, Carlo Magno, Duron e Ballino. Rispetto a quelli percorsi in precedenza, niente di eccezionale, ma comunque belli lo stesso, li rifarei altre mille volte, magari senza pioggia! Percorriamo buona parte della SS45bis che costeggia il Garda, la strada è bella sul lato destro le altissime parete rocciose a sinistra il lago.
Imbocchiamo la SP38, la famosa ‪#‎stradadellaforra‬. Famosa perché sembra incastonata nella montagna! Sono circa 5 km,ma ogni metro è stupendo. Si va a passo lento, la carreggiata è strettissima. in alcuni punti passa solo un’auto, infatti prima della galleria di pietra c’è un semaforo, così non ci si incastra! La percorriamo due volte. Riprendiamo la SS45BIS e la pioggia si fa intensa, si marca a 30 km/h sotto le secchiate d’acqua. per percorrere 15 km, ci avrò impiegato circa un’ora. Finalmente raggiungo il camping, lo avevo visto su internet e avevo scelto questo per la piscina e le terrazze per prendere il sole guardando il Lago, ma di acqua ne stavo prendendo abbastanza e il sole l’ho lasciato al Gavia.
Monto la tenda con casco e antipioggia, nonostante sia stato abbastanza veloce, ho dovuto dopo asciugare l’interno.
Metto tutto dentro, mi preparo la cena e aspetto che calmi il temporale per fare una doccia e “asciugare” le idee… e comunque, cenare dentro la tenda con la pioggia è una figata.


Giorno 5 Valdisotto – Lago di Garda

Km: 260 (pochi ma buoni )
Carburante: 48 €
Campeggio: 14 €

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 6: LAGO DI GARDA – LAGO DI COMO

Stamattina mi sono svegliato, quando non più sentito il rumore della pioggia, che ha accompagnato i miei sogni per tutta la notte. Con molta calma riordino tutto, il tempo è ancora incerto. La tenda e le borse sono tutte inzuppate di acqua. I miei vicini di piazzola, due coppie di tedeschi adulti, asciugano il camper. Ogni tanto ci guardiamo e visto che non riusciamo a comunicare ci scambiamo dei sorrisi, per dire: è tutto ok! Ogni tanto qualche parola inglese, maledetto inglese, devo impararlo! Mi prometto per l’ennesima volta che appena ho del tempo mi iscrivo ad un corso. Ma ho compreso quando mi ha detto, cioè se volevo caffè. È stato semplice, mi ha fatto vedere la tazza con su scritto “coffe” con tutti i chicchi disegnati. Yes Yes! Capisco che non era il nostro caffè! ma qualcosa che conosco benissimo con cui ho fatto colazione per 20 giorni. Era la tazza di brodo con essenza di caffè, cosi la chiamavo nel mio viaggio a Caponord. Acqua calda con infuso di caffè. Gli strappo la tazza dalle mani, mi siedo e mi gusto il “brodo” come fosse uno spritz ghiacciato in una serata con amici al muretto del Caffè del Mare. Mi carico a molla pulisco e lubrifico la catena a Lara e via dritti ai passi. Ci dirigiamo verso il ‪#‎passocrocedomini‬. riprende la pioggia, tutta l’acqua che non ho preso nei primi 5 giorni, l’ho presa nelle ultime 20 ore. Stavo iniziando a salire per il Crocedomini ma una insegna attira la mia attenzione ‪#‎passomaniva‬ , verifico in un attimo il percorso e vedo che la strada alla fine del passo si congiunge con un’altra per il Crocedomini. Svolto! Il #passomaniva è una strada che attraversa il bosco con carreggiata strettissima e asfalto dissestato in molti punti, inoltre sta ancora piovendo. Se non fosse per qualche tornante non sembrava un passo. comunque, come inizio giornata non è male. Raggiunti la cima cerco la strada verso il Crocedomini con una bella sorpresa. il passo di questo versante rimane chiuso fino al 15 Giugno. Riscendo dal Maniva e continuo verso il percorso che avevo disegnato, però lo avevo fatto senza pioggia! Nella realtà non è cosi. Inizia la salita come di consueto. la prima parte attraversa i boschi quando si arriva in cima inizi a vedere le curve della montagna. Buona parte della strada è senza guard rail, cerco di fare molte attenzione, la pioggia è battente. Raggiungo il rifugio e vedo delle moto parcheggiate, sono tutti stranieri! Faccio una pausa con crostata locale, attacco l’adesivo ‪#‎buonastrada‬ sull’insegna e inizio la discesa. La situazione cambia, smette di piovere esce un pizzico di sole l’asfalto è più sicuro. In questa parte del Crocedomini la protezione sul ciglio della strada c’è, non è un guard rail ma un muretto con degli archi, molto caratteristico e architettonico. Ma in questo momento non mi interessa l’arte… ma la curva successiva.

Sono sulla SS42. È dovere raggiungere la parallela la SS38. per fare ciò, faccio il ‪#‎passodellafoppa‬ o ‪#‎passomortirolo‬ , anche questa passo molto lento, la strada attraversa i boschi in entrambi versanti ci sono circa 40 tornanti, tutti stretti e niente protezione. L’unico modo per godermela un po’ era spegnere la musica nel casco e scendere pian pian ascoltando la natura. Arrivato nella valle mi dirigo verso il lago di Como, la SS38 è abbastanza trafficata.

Raggiungo il campeggio, trovato su internet, trovo sistemazione. c’è un bel sole, ne approfitto a tirare fuori altre attrezzature bagnate per farle asciugare. Il posto è molto carino, ci sono molti campeggiatori stranieri, la maggior parte anziani. Ho iniziato ad apprezzare i campeggi nel viaggio a Caponord. trovi un’aria serena, la gente passa e ti sorride tutti salutano. Qui ci si rilassa! Di certo se vai negli alberghi non trovi tutti in vacanza, la maggior parte sono lavoratori, che già la mattina si alzano più incazzati di quando sono andati a letto la sera prima. succede anche a me! Aggiungo… ho scelto questo camepeggio perché è alle porte del‪#‎passodellospluga‬. domani colazione a 2114 m.


Giorno 6 Lago di Garda – Lago di Como

Km: 273
Carburante: 12 €
Campeggio:19 €

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 7: LAGO DI COMO – MONCALIERI

Stamattina svegliarsi è stato difficile! Al campeggio si stava veramente bene. Già dalle prime ore del mattino gli uccelli di varie specie cinguettavano tutti in modo diverso. comunque già alle 7:30 ero operativo! moto carica e via per un altro giorno di tornanti e curve.
In programma oggi il ‪#‎passodellospluga‬ e il Colle del Nivolet nel Parco Nazionale Gran Paradiso, in Piamonte.Faccio rifornimento di benzina e caffè ed inizio a salire per lo Spluga, la giornata è perfetta c’è un sole da Salento. La salita sul monte è eccezionale, molte curve scavate nelle rocce, gallerie e cascate. Raggiungo la vetta in un batti baleno. Non c’è traffico e purtroppo nessun motociclista! Sarà l’ora! In cima una piccola diga e degli alberghi in fase di apertura.Giusto il tempo di prendere un caffè e continuo il passo che mi porterà in Svizzera. Durante la discesa vedo da lontano degli esseri “non identificati” che attraversavano la strada. Aumento il passo per capire meglio,ma al mio avvicinamento sparivano. Decido di fermarmi spegnere la moto e attendere in silenzio. Eccole che rispuntano dalle loro tane, erano delle marmotte! Cerco di avvicinarmi senza far rumore, e riesco a scattare qualche foto. Trascorro con loro qualche minuto giusto per lo scatto perfetto. Ma non ne vogliono sapere… Rintanano nuovamente! Forse è il caso di continuare la mia marcia. La distanza dalla mia posizione al Colle del Nivolet sono circa 420 km tempo, stimato 7 ore circa. Dato corretto, visto che dovevo attraversare il Lago Maggiore, lago D’Orta e parchi naturali adiacenti. Avrei impiegato meno se avessi preso l’autostrada, ma non era il caso. Mi metto in modalità “uscita domenicale” e tra paesini qualche bosco e autovelox, raggiungo nel primo pomeriggio il Gran Paradiso. Prima di imbucarmi nella valle, chiamo degli amici amici di Moncalieri, li informo che sono in zona, mi comunicano che questa sera a cena si mangerá pesce al forno e spaghetti ai frutti di mare. Confermo la mia presenza e di conseguenza anche il letto per questa notte. Programmato la serata era ora di salire sul Nivolet per raggiungere la vett,a basta prendere la SP460 direzione Ceresole Reale e non mollarla più; anche perché bisogna riprenderla per tornare indietro.Durante il tragitto chiedo alla gente del posto se l’accesso fino al rifugio in cima è aperto. mi confermano che la strada è chiusa fino alla prima diga.Scende un pò di sconforto ma decido di salire.
Sulle montagne ancora il ghiaccio sulle pareti, capisco subito che il posto è bellissimo dai tornanti che si vedono da giù fino a quasi la cima. Raggiungo la prima diga e parcheggio. Scatto delle foto, ma la tentazione è tanta per salire ancora in alto. Sarebbe un peccato, sono arrivato fino a qui e non arrivare ai 2620 m. Rischio! supero le transenne e inizio a “torneggiare” tra la strada stretta e come guard rail il ghiaccio. Vedo giù un motociclista che si blocca alle transenne gli faccio il gesto di salire. Continuo la salita con molta prudenza l’asfalto è asciutto c’è il sole, in alcuni punti delle piccole frane e pezzi enormi di ghiaccio caduti dalle pareti. Arrivo nel punto più alto. una centinai di metri più avanti un escavatore parcheggiato in mezzo la strada per evitare il passaggio dai fuori legge come me. In quel punto la strada inizia a scendere fino al rifugio, chiuso.
Mi fermo sulla piazzola e mi godo lo spettacolo, sono felice! E anche il motociclista che si era convito è arrivato fino a qui, il sorriso sulla sua faccia diceva tutto. Trascorriamo dei minuti insieme con scambi di foto e il racconto del ‪#‎multipasso‬. Sono le 16:30, dai 2620 m a Moncalieri ci vogliamo 3 ore e mezza. È il caso di riprendere la marcia. gli spaghetti mi aspettano!
Rifaccio tutta la sp460 a ritroso fino a raggiungere la tangenziale di Torino nell’ora di punta! Ho detto tutto! Dalla pace della natura al traffico e code infernali! Mi metto sulla corsia di emergenza e a passo lento vado avanti. Fino quando noto un motociclista fermo. Gli chiedo se ha bisogno, mi spiega che la sua Monster del 1997 ha dei problemi sul freno davanti: la pinza fuma! Ho ritirato la moto adesso dal meccanico!
Prendo gli attrezzi e svito il perno del registro pompa della leva. Sistemato! Mi ringrazia e ci salutiamo. Finalmente arrivo a Moncalieri! Per il resto gli spaghetti e il rombo al forno hanno chiuso una giornata faticosa e intesa. Da domani in picchiata verso la Puglia.. Coast to coast verso le cinque terre.


GIORNO 7 LAGO DI COMO – MONCALIERI

Km 563
Carburante: 34 €
Alloggio: stasera ospite

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 8: MONCALIERI – TELLARO

Quando indosso il casco, entro in uno stato di totale estasi. Lascio lontano tutto il malessere, i problemi quotidiani e quelli che ti mandando il cervello in fumo. dimentico ogni cosa! Dimentico anche il portatile a casa dei miei amici, me ne accorgo soltanto dopo essermi allontanato di circa 170 km. Tornare indietro non ci penso neanche. chiamo e organizziamo una spedizione sicuramente mi costa di meno!
Oltre ai passi di montagna il ‪#‎multipasso‬ prevede anche le strade più belle d’Italia, pertanto ho aggiunto il Parco Naturale delle Cinque Terre. Ci dirigiamo lì. intorno le 11 sono alle porte di Rapallo, prima di andare alle Cinque Terre decido di fare un salto Portofino e dopo e imbocco la SS1 Aurelia direzione sud. dal numero assegnato a questa statale si presume che sia la prima o almeno credo, infatti l’Aurelia se non erro arriva fino a Roma. Tra curve e boschetti nell’entroterra del parco cinque terre arrivo a Lepanto, località sul mare. da lì trovo le indicazioni per le città delle cinque terre: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Dalla strada principale per raggiungere ogni paese bisogna scendere. Provo a raggiungere Monterosso, arrivo alle porte del paese. Non trovo un parcheggio sicuro per Lara e inoltre noto delle multe sulle moto dei turisti. Lascio comunque Lara un attimo per allontanarmi per comprarmi un panino per pranzo e decido di risalire; farò qualche foto dalla strada. Provo a Vernazza, la strada principale è interrotta faccio un giro assurdo, la strada è in condizioni pessime, una volta arrivato stessa condizione precedente. Beh! Vuol dire che visitero i paesi dal passo di montagna! Riomaggiore però volevo visitarla. mi gioco il jolly e scendo all’ingresso del paese: una sbarra comandata solo dai residenti. Cerco un posto per parcheggiare, stavolta lo trovo ma la moto non è ha vista e il borsone con tenda e attrezzatura sta legato con le cinghie elastiche un attimo e via. Non è che non fido, ma non fidarsi è meglio. Non riesco a lasciare la moto in custodita, è più forte di me. Ci rinuncio! Riprendo la strada direzione La Spezia. Sono le 18 e ancora non ho trovato un posto dove dormire. Continuo per la SS1, fino ad ora non mi ha deluso, offrirà un posto dove dormire. Cerco comunque su internet. il primo campeggio che trovo dista a 18 km. chiamo, c’è posto e si trova vicino al mare. Alla reception faccio il check in e pagato subito per non avere vincoli domani mattina presto. Personale della struttura mi fa vedere le piazzole, ne scelgo una in terrazza vista mare e isolotti di fronte La Spezia. Lara è parcheggiata vicino in posto tranquillo. sistemo tutto. affianco a me una coppia di Olandesi e un gruppo di ragazze. Iniziamo ad attaccare bottone con gli olandesi. Mi chiedono il giro che ho fatto e da dove vengo. nel frattempo il marito cucina, dall’odore non sembra troppo invitante. Loro sono andati a Cortina, Venezia, Bologna e per ultimo qui. Sono pazzi per la nostra Italia! Gli mostro dal cellulare Monopoli e lui lo salva nei preferiti. A questo punto gli faccio un tour turistico della mia zona e dopo del Salento. Gli faccio capire che vorrei visitare l’Olanda… Lui si mette alla ricerca per farmi vedere i posti, zona di mare. Ma niente non mi convince, non sei competitivo. Gli faccio capire che vorrei vedere delle belle strade. a questo punto inizia a Mostrami roba interessante, segno appunti non si sa mai. Iniziano a cenare. mi chiudo nella mia tenda per mandare giù qualcosa anche io.
La stanchezza si fa sentire sto per crollare. Ma l’olandese spunta e vuole offrirmi un caffè, accetto. Era un latte macchiato in polvere! Non posso tirarmi indietro! Non era male sembrava quello della macchinetta dell’ufficio. Ringrazio e ci auguriamo la buonanotte. Domani siamo in picchiata verso casa però vorrei tagliare per la Toscana tipo passare per Montepulciano. Vedremo quale consiglio darà la notte. Buona notte.


GIORNO 8 MONCALIERI – TELLARO

Km 420
Carburante: 42 €
Campeggio: 21€

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TOUR ITALIA 2016 I GIORNO 9: TELLARO – MONOPOLI

Stanotte le ragazze vicini di tenda, hanno fatto le ore piccole e sghignazzavano dentro la tenda. A quel punto gli faccio capire che io e i campeggiatori affianco volevamo riposare, gli dico : BUONANOTTE, educato ma leggermente aggressivo. Ricambiano e con molta educazione parlano a bassa voce.
Sveglia di prima mattina e smonto il bivacco. anche l’olandese vicino inizia a smontare tutto, anche lui di rientro a casa dopo aver visitato altre nostre città del nord. Il problema però, nonostante le 7.30 fossi già operativo, il cancello del campeggio era chiuso. I campeggiatori mi riferiscono che il custode arriverà per le 8, pertanto sono costretto ad aspettarlo. Oggi, purtroppo è l’ultimo giorno, in quanto impegni di lavoro mi costringono a rientrare un giorno in anticipo. Decido, cmq, di fare un altro passo, no di montagna, ma di colline, la c.d. ‪#‎leviedelvino‬. Viene dato a volte questo nome, in quanto è la strada che unisce i paesi che portano il nome dei migliori vini toscani. Punto di partenza può essere facoltativo. Io decido di partire da Siena e di conseguenza mi dirigo lí. Per ridurre i tempi del viaggio, decido di prendere l’autostrada. Lo start è la famosa piazza del campo, scenario del palio di Siena, la famosa corsa dei cavalli. Credo che ogni cavallo corrisponda ad una contrada, infatti girando le vie, noto le bandiere di diverso colore e simboli. Penso che siano le bandiere delle contrade. Anche io sostanzialmente ho dei cavalli e fanno parte di una contrada: “il box della tribù dei 27 gradi” ed è il momento di farli correre. Imbocco la SR2 direzione Buonconvento. La particolarità di queste strade, oltre le curve e boschetti sono i vigneti e colline dove spesso in cima sono situati dei bellissimi casolari. Prima tappa è Moltacino. Riesco a raggiungere quasi il centro dove è ZTL. Faccio qualche foto e riprendo il cammino verso il sud, stavolta verso Pienza, poi Chianciano Terme fino a città della Pieve. Questo tratto di strada è sempre piacevole, ideale per le uscite domenicali. Certo, che rispetto ai passo fatti in questi giorni, non mi entusiasma tanto. Sicuramente se avessi fatto questo itinerario prima, lo avrei apprezzato di più. Sono quasi le 13. Decido di prendere l’autostrada, direzione casa. Qualcosa interrompe la mia tranquillità. Durante la guida ho la percezione che Lara volesse spegnersi, succede solo un paio di volte. capisco che la colpa è della “maledetta elettronica”. Mi fermo e cerco di capire facendo dei test. Verifico che la moto a folle parte regolarmente, ma quando innesto la prima si spegne. Sono sicuro che la colpa sia del sensore – cavalletto, presumo sia inzuppato d’acqua. Gli dò una pulita, dall’esterno spruzzo del wd40, sembra tutto OK! Continuo il viaggio verso sud , tengo sott’occhio il contachilometri perché Lara sta per festeggiare i suoi 50000 km e voglio immortalare questo numero con una foto. Giunto il momento, ci fermiamo in un’area di parcheggio e brindiamo con una Red Bull. Siamo quasi a Bari e di botto la festeggiata si spegne! Di solito quando uno rimane a piedi è incazzato come una bestia. Io ridevo! Pensavo… non è di certo un pulsantino a fermare il nostro viaggio! Chiamo Luciano, meccanico, nonché fisioterapista di Lara, mi conferma che è il sensore , basterebbe eliminarlo e chiudere il circuito. In sostanza il sensore cavalletto è un interruttore normalmente chiuso a cavalletto a riposo. Quando invece in cavalletto è aperto il circuito si apre e di conseguenza quando si innesta la prima la moto si spegne per motivi di sicurezza. Per risolvere il problema elimino il sensore tagliando il cavo e lo metto il corto cosicché rimane sempre chiuso. Si parte! E finalmente arrivo alla base. Scarico saluti e abbracci con Lara e gli prometto che a presto la pulirò per bene.


GIORNO 9 TELLARO – MONOPOLI

Carburante: 70 €
Autostrada: 33,30 €
Alloggio: a casa (domani si lavora)

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